Fondazione Poliambulanza è il primo ospedale in Italia a rendere disponibile gratuitamente un programma di assistenza per i pazienti colpiti da tumore del pancreas. Si chiama Pancreas Energy Program ed è stato studiato per sostenere i pazienti durante la terapia (medica e chirurgica) a mantenere un’adeguata performance fisica, elementi indispensabili per poter ricevere i pesanti trattamenti necessari alla cura. Un’alimentazione adeguata e un corretto movimento contribuiscono a contenere la perdita di peso e a stimolare le difese immunitarie, migliorando gli esiti del percorso di cura e riducendo le complicanze legate alla terapia. Pancreas Energy Program è nato dalla collaborazione di Fondazione Poliambulanza di Brescia e Fondazione Nadia Valsecchi. Da oggi i pazienti assistiti nell’ospedale bresciano hanno a disposizione un medico nutrizionista, che li aiuta a mantenere un peso adeguato seguendoli regolarmente, un fisiatra e un coach, che propongono dei programmi specifici di attività fisica, studiati su misura per la patologia e lo stato di salute, e una infermiera coordinatrice dell’intero percorso di cura, quindi prima e dopo l’intervento chirurgico. Per attivare questo servizio è sufficiente che il medico di medicina generale faccia una richiesta telefonica. Il programma viene presentato in occasione della XIII Giornata Malato Oncologico che si celebra oggi in tutta Italia.
“Ogni anno in Italia i nuovi casi di carcinoma pancreatico sono 13.700 e rappresentano il 3% di tutte le neoplasie – afferma il dottor Edoardo Rosso, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale e specialistica di chirurgia del pancreas e del fegato -. Solo nella nostra struttura sanitaria assistiamo circa 100 malati all’anno con tumore pancreatico nei vari stadi. E’ dimostrato scientificamente come un corretto stato nutrizionale possa diminuire le complicanze legate alla terapia oncologica contribuendo al benessere del paziente. Anche l’esercizio fisico svolto regolarmente è d’aiuto. La stanchezza è sistematica a seguito di cure come la chirurgia, la chemioterapia. La lotta alla perdita di peso e l’esercizio fisico guidato permettono di stimolare le difese immunitarie, migliorare la qualità della vita e la resistenza. Un recente studio ha inoltre attestato come lo sport sia tollerabile in pazienti con tumore al pancreas sottoposti a chemioterapia neo-adiuvante e quindi in fase pre-operatoria”. “Pancreas Energy Program è un progetto pioneristico a livello mondiale – aggiunge la dottoressa Federica Valsecchi, Vice Presidente della Fondazione Nadia Valsecchi -. La nostra Fondazione ha come obiettivo specifico proprio sostenere la ricerca scientifica, la cura e la prevenzione del tumore del pancreas. Abbiamo voluto avviare insieme alla Poliambulanza quest’iniziativa volta a dare un’assistenza altamente qualificata e specialista a pazienti alle prese con una malattia oncologica particolarmente insidiosa e difficile da trattare. E’ nostra intenzione estendere, il prima possibile, il Pancreas Energy Program anche ad altre strutture sanitarie e ospedali italiani”.
Fonte: www.meteoweb.eu a cura di Filomena Fotia
In Italia colpisce ogni anno circa 13.700 persone, la maggior parte delle quali fra i 60 e gli 80 anni. Aggressivo e quasi sempre letale (a 5 anni dalla diagnosi è vivo solo l’8% dei pazienti), resta un nemico difficile da combattere anche perché spesso viene diagnosticato in fase avanzata. Ma le aspettative di vita aumentano se si riesce ad avere una diagnosi precoce, per cui è bene non trascurare alcuni campanelli d’allarme:
«È un nemico insidioso, perché in fase precoce non dà sintomi particolari e i segnali più evidenti compaiono quando ha ormai iniziato a diffondersi agli organi circostanti o ha ostruito le vie biliari», spiega Michele Reni, oncologo e responsabile del programma strategico di coordinamento clinico del Centro del Pancreas dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Alcuni segni o sintomi, anche se non specifici, però possono rappresentare un campanello d’allarme per cui è bene parlare con un medico. E sono:
- Comparsa improvvisa del diabete in un adulto senza fattori di rischio specifici, oppure uno scompenso improvviso di un diabete già noto;
- dolore persistente nella zona dello stomaco o a livello della schiena al punto di passaggio tra torace e addome;
- importante calo di peso non giustificabile;
- steatorrea (cioè feci chiare, oleose, poco formate, che tendono a galleggiare);
- comparsa di trombi nelle vene delle gambe, soprattutto in età giovanile o senza fattori di rischio specifici;
- diarrea persistente non spiegata da altre cause.
Secondo gli ultimi dai raccolti dall’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) nel 2017 in Italia sono stati registrati circa 13.700 nuovi casi, la maggior parte dei quali tra persone che hanno un’età fra i 60 e gli 80 anni. Nelle donne oltre i 70 anni il carcinoma pancreatico è compreso tra i cinque tumori più frequenti (è al quarto posto). A 5 anni dalla diagnosi è vivo solo l’8% dei pazienti. Già oggi nel nostro Paese è tra le prime quattro cause di morte per cancro, si prevede che nel 2020 arriverà al secondo posto di questa poco ambita classifica.
«Non fumare, seguire una dieta sana, stare alla larga dai chili di troppo e mantenere una moderata e costante attività fisica – risponde Reni -. Questi 4 fattori fanno infatti diminuire il rischio di sviluppare la malattia. Basti pensare che 3 casi di cancro al pancreas su 10 sono causati dal tabacco e i tabagisti hanno un rischio di incidenza del tumore da doppio a triplo rispetto a chi non fuma. Maggiore è il numero di sigarette fumate più grande è il rischio, ma se si smette, col passare del tempo, il rischio cala».È stata poi scientificamente dimostrata una solida relazione fra chili di troppo e cancro al pancreas: l’obesità aumenta del 12 per cento il rischio di questa malattia. Soprattutto quando il grasso è stratificato sull’addome e sono presenti intolleranza al glucosio, resistenza all’insulina e diabete.
In presenza di sintomi sospetti, il medico prescrive specifiche analisi del sangue e alcuni esami per accertare l’eventuale presenza di un tumore. Questi possono comprendere:
- ecografia, per individuare la presenza di masse di consistenza diversa rispetto ai tessuti sani (in caso di persistenza di sintomi o di un forte sospetto diagnostico, soprattutto se negativa, non può rappresentare l’unico esame diagnostico);
- tomografia computerizzata (TC), con mezzo di contrasto, per visualizzare il tumore, la sua estensione, il suo rapporto con arterie e vene che è di importanza fondamentale per una valutazione chirurgica, la presenza di metastasi in altri organi;
- ecoendoscopia, esame particolarmente sofisticato da eseguire in centri ad alto volume che dà un maggiore dettaglio anatomico in termini di rapporto tra lesione e vasi sanguigni. Inoltre può fornire materiale (agoaspirato o FNA) diagnostico per la conferma del sospetto e del tipo di malattia.
Oltre a fumo, diabete, obesità e vita sedentaria, a far aumentare le possibilità di sviluppare un cancro del pancreas è la pancreatite cronica, uno stato d’infiammazione permanente fra le più gravi conseguenze di un abuso cronico di alcol. Infine, la storia familiare è responsabile di quasi il 10% dei tumori pancreatici, che in alcuni casi è possibile spiegare nel contesto di patologie geneticamente trasmissibili note: la sindrome di Peutz Jeghers (rischio di oltre 100 volte), la “sindrome familiare con nevi atipici multipli e melanoma” (20-30 volte), la mutazione del gene BRCA-2 (3-10 volte), la pancreatite ereditaria (10 volte) e la sindrome di Lynch.
«Non esistono al momento test validati per la diagnosi precoce - dice Reni-. Nemmeno si è concordi sulla definizione di quale sia la popolazione a rischio su cui effettuare lo screening. Per la familiarità genetica invece esistono ormai degli ambulatori di counseling genetico dedicati in tutte le principali strutture».
«La chirurgia è applicabile ad un ristretto e selezionato numero di pazienti (20-30%) e deve essere comunque integrata con la terapia oncologica (principalmente chemioterapia, che può essere fatta prima o dopo l’intervento) per l’elevato rischio che, al momento della diagnosi, siano già presenti micro-metastasi– spiega Massimo Falconi, primario dell’Unità di Chirurgia pancreatica e direttore del Pancreas Center dell’IRCCS Ospedale San Raffaele -. Trattandosi di un intervento particolarmente difficile, è bene rivolgersi a centri con vasta esperienza (cosiddetti “ad alto volume”) al fine di ridurre la mortalità operatoria e il ricorso a interventi non appropriati».
«La chemioterapia è l’arma più importante nell’affrontare un tumore del pancreas e, sostanzialmente, le possibilità di guarigione definitiva dipendono dalla sua capacità di distruggere la malattia invisibile - sottolineano gli esperti -. L’indicazione al suo utilizzo è presente praticamente in tutti i pazienti purché in condizioni fisiche adeguate per ricevere un trattamento. Esistono diversi farmaci che possono essere utilizzati da soli o in combinazione a seconda del tipo di tumore, del suo stadio, delle condizioni fisiche, dell’età e della presenza di altre patologie (comorbidità)».
Può essere usata per ridurre il rischio di recidive locali nei pazienti già sottoposti a chirurgia. Inoltre, è utilizzata nei pazienti con malattia non operabile e non metastatica come consolidamento dei risultati ottenuti con la chemioterapia. La radioterapia è generalmente più efficace se somministrata contemporaneamente a chemioterapici appositamente selezionati e a dosaggio ridotto. Come per la chirurgia, è opportuno rivolgersi per questo trattamento, a centri con elevata esperienza specifica.
Negli ultimi vent’anni l’efficacia e la sicurezza della chemioterapia è migliorata grazie all’aumento dei farmaci disponibili e al loro utilizzo in combinazione. Ci sono molti studi sperimentali in corso su nuove molecole (alcune anche già approvate), ma ad oggi l’immunoterapia non si è dimostrata efficace in questo caso.
Si è svolta venerdì 20 aprile la terza edizione della serata di beneficenza "Chef by Chef" – show cooking night, che ha unito solidarietà e grande cucina, a sostegno della diagnosi tempestiva del tumore al pancreas, organizzata dall’Associazione di Volontariato "Oltre la Ricerca".
Nell'incantevole cornice del Grand Hotel di Rimini, illuminato di viola (colore simbolo di questo tumore), presso il Ristorante Dolce Vita, Claudio di Bernardo, Silver Succi, Luigi Sartini, Fabio Rossi, Daniele Succi, Paolo Bissaro e Piergiorgio Parini sono i campioni della cucina che si sono esibiti nella creazione di favolosi piatti con gli ingredienti più prelibati e le cotture più sane per rendere nel modo più gustoso e ricercato, una serata di solidarietà e di consapevolezza alimentare, il tutto allietato dalle note suonate al pianoforte da Roberto Bianchi e dalla musica del dj Ugo Botticelli.
Con l’occasione sono stati presentati i risultati raggiunti, gli obiettivi e le attività promosse dall’Associazione nell’ambito della sensibilizzazione nei confronti di questa patologia.
Il Direttivo ringrazia il Grand Hotel di Rimini e il Direttore Fabio Angelini, per averci accolto nel luogo più poetico di Rimini, gli incredibili chef per la loro bravura e professionalità ma anche per la loro squisita simpatia, il vicesindaco del Comune di Rimini Gloria Lisi e tutti i Volontari che hanno contribuito alla riuscita della serata, in particolar modo Laura Fabbri, l'ideatrice dell'evento.
Si ringraziano inoltre il presentatore Spiridione e le aziende che hanno generosamente sponsorizzato questo evento: Ristorante Dolce Vita del Grand Hotel di Rimini, Quartopiano Suite Restaurant, i-Fame Restaurant, Ristorante Righi, Bio's Kitchen, Ristorante La Canonica, Fugar Produzione, Tenuta Santa Lucia (Mercato Saraceno FC), Podere Vecciano (Fraz, Vecciano Coriano RN), Tenuta Santini (Coriano RN), Azienda Celli (Bertinoro FC), Cantina Mingazzini (Medicina BO), Tenuta San Valentino (RN), Azienda Valpiani Marta (Castrocaro T. FC), La Galvanina (RN), Panificio Pasini vecchia pescheria (RN), Zavaglia frutta e verdura (Santarcangelo RN).
Alcune foto della serata: