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Terapia cellulare per il trattamento dell’adenocarcinoma metastatico

Camisa-Crippa-Piemonti
14/10/2023

La Raccolta fondi è aperta fino a novembre 2024

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Dottorato di Ricerca per il Dott. Paolo Camisa – Ospedale San Raffaele Milano. 
Supervisori Prof. Stefano Crippa e Prof. Lorenzo Piemonti

Una delle più grandi sfide che l’adenocarcinoma pancreatico ci pone davanti è senza dubbio quella di trovare un trattamento per la malattia metastatica al fegato. Questo punto risulta infatti cruciale in quanto più della metà dei casi viene diagnosticata in stadio avanzato, quando il tumore è già presente nel fegato. Nonostante la ricerca continui, ad oggi, per questi pazienti sono disponibili solamente dei regimi chemioterapici poco efficaci. Una delle principali ragioni di ciò è il fatto che il tumore del pancreas sviluppi una densa barriera fisica che risulta difficilmente attaccabile dai farmaci ad oggi a disposizione.

Il progetto di ricerca mira a trovare una soluzione a questo quesito, sfruttando un innovativo sistema di terapia cellulare basato su cellule staminali mesenchimali, ottenibili dal midollo osseo o dal tessuto adiposo. Queste cellule sono molto versatili e possono essere utilizzate come dei corrieri per il rilascio mirato di un chemioterapico, nello specifico il Nab-Paclitaxel, a livello delle metastasi. Si tratta infatti di cellule che naturalmente sono sia in grado di migrare verso siti di danno (come appunto le metastasi) che di inglobare e poi rilasciare sostanze chimiche, come appunto il chemioterapico. Questo approccio ha dimostrato numerosi vantaggi, le cellule caricate con il farmaco vengono infatti infuse attraverso la vena porta, che raggiunge direttamente il fegato, evitando così una diffusione delle stesse a tutto l’organismo e limitando quindi la possibilità di effetti collaterali in altri organi e apparati. I risultati preclinici di questo studio sono incoraggianti e mostrano una riduzione significativa del volume delle metastasi a fronte di una minore tossicità rispetto al protocollo chemioterapico standard. 

L'obiettivo ad oggi è quello di caratterizzare meglio questo tipo di trattamento, studiando anche la possibilità di applicarlo in combinazione con altri tipi di terapia cellulare o immunologica, che hanno già un impiego clinico in altri tipi di tumori. Si vorrebbe inoltre approfondire il ruolo dell’infiammazione e della risposta immunitaria che questo tipo di trattamento induce nei confronti del tumore stesso. Questi ulteriori studi permetteranno di valutare e comprende più nel dettaglio l’efficacia e la sicurezza di questo approccio, anche in vista di un possibile sviluppo clinico.

Il progetto di ricerca verrà svolto presso il Diabetes Research Institute del San Raffaele, guidato dal Prof. Piemonti, e prevede la durata di 3 anni. 
Questo progetto sarà cofinanziato con la Fondazione Nadia Valsecchi.  

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