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Il genoma circolare nella progressione del cancro del pancreas (EMERGENCE)

Prof. Vincenzo Corbo e Dott. Michele Bevere – Università di Verona.

Nelle nostre cellule il DNA è normalmente organizzato in strutture chiamate cromosomi. Durante la replicazione cellulare questi cromosomi sono equamente divisi tra le cellule figlie. In cellule tumorali, è possibile trovare dei frammenti circolari di genoma di grandi e piccoli dimensioni che si muovono all'interno del nucleo. Questo DNA, appunto definito extracromosomiale (ecDNA), può contenere geni che sostengono la progressione tumorale (chiamati oncogeni) e non obbedisce alle stesse regole del DNA cromosomiale durante la divisione cellulare: ovvero, viene distribuito in maniera casuale tra le cellule figlie. Questo contribuisce all'EMERGENZA (da questo il titolo della proposta) di cellule con diverse quantità (dosaggio) di oncogeni e pertanto rappresenta una della cause più importanti dell'eterogeneità all'interno del tumore.  

Il laboratorio ha scoperto che gli ecDNA sono piuttosto frequenti nel cancro del pancreas, ed in particolar modo arricchiti in tumori con cattiva prognosi. Mediante l'utilizzo di modelli di malattia chiamati organoidi, abbiamo poi osservato che questi ecDNA consentono alle cellule tumorali di adattarsi molto rapidamente ai cambiamenti del microambiente.

Tutto però ha un costo, anche nel cancro. Le ricerche del Prof. Corbo e del Dott. Bevere infatti dimostrano che la presenza di questi ecDNA rende le cellule "stressate". Le cellule tumorali contenenti ecDNA sono infatti caratterizzate da un sistema di riparazione al danno al DNA costantemente allarmato, il che lo rende potenzialmente suscettibile ad aggressione farmacologica. Infine il DNA circolare è rilasciato dalle cellule pancreatiche e questo ne fa un ideale biomarcatore circolante perchè resistente all'azione degli enzimi che normalmente degradano gli acidi nucleici (DNA ed RNA) nel circolo ematico. 

Quello che si propone in questo progetto è capire se i tumori che contengono ecDNA sono più suscettibili a farmaci che colpiscono i meccanismi di riparazione al danno al DNA. Questo potrebbe portare ad una migliore selezione di pazienti da trattare con determinati farmaci consentendo quindi di massimizzare le risposte terapeutiche e di ridurre effetti indesiderati non associati a beneficio.

Al contempo, si vuole esplorare la possibilità di utilizzare questi ecDNA come biomarcatori personalizzati (ogni ecDNA è unico per ciascun paziente) che consentano di monitorare l'evoluzione della malattia mediante biopsia liquida e quindi in maniera non invasiva.

Il progetto sarà cofinanziato con la Fondazione Nadia Valsecchi.

Dottorato di Ricerca per il Dott. Paolo Camisa – Ospedale San Raffaele Milano. 
Supervisori Prof. Stefano Crippa e Prof. Lorenzo Piemonti

Una delle più grandi sfide che l’adenocarcinoma pancreatico ci pone davanti è senza dubbio quella di trovare un trattamento per la malattia metastatica al fegato. Questo punto risulta infatti cruciale in quanto più della metà dei casi viene diagnosticata in stadio avanzato, quando il tumore è già presente nel fegato. Nonostante la ricerca continui, ad oggi, per questi pazienti sono disponibili solamente dei regimi chemioterapici poco efficaci. Una delle principali ragioni di ciò è il fatto che il tumore del pancreas sviluppi una densa barriera fisica che risulta difficilmente attaccabile dai farmaci ad oggi a disposizione.

Il progetto di ricerca mira a trovare una soluzione a questo quesito, sfruttando un innovativo sistema di terapia cellulare basato su cellule staminali mesenchimali, ottenibili dal midollo osseo o dal tessuto adiposo. Queste cellule sono molto versatili e possono essere utilizzate come dei corrieri per il rilascio mirato di un chemioterapico, nello specifico il Nab-Paclitaxel, a livello delle metastasi. Si tratta infatti di cellule che naturalmente sono sia in grado di migrare verso siti di danno (come appunto le metastasi) che di inglobare e poi rilasciare sostanze chimiche, come appunto il chemioterapico. Questo approccio ha dimostrato numerosi vantaggi, le cellule caricate con il farmaco vengono infatti infuse attraverso la vena porta, che raggiunge direttamente il fegato, evitando così una diffusione delle stesse a tutto l’organismo e limitando quindi la possibilità di effetti collaterali in altri organi e apparati. I risultati preclinici di questo studio sono incoraggianti e mostrano una riduzione significativa del volume delle metastasi a fronte di una minore tossicità rispetto al protocollo chemioterapico standard. 

L'obiettivo ad oggi è quello di caratterizzare meglio questo tipo di trattamento, studiando anche la possibilità di applicarlo in combinazione con altri tipi di terapia cellulare o immunologica, che hanno già un impiego clinico in altri tipi di tumori. Si vorrebbe inoltre approfondire il ruolo dell’infiammazione e della risposta immunitaria che questo tipo di trattamento induce nei confronti del tumore stesso. Questi ulteriori studi permetteranno di valutare e comprende più nel dettaglio l’efficacia e la sicurezza di questo approccio, anche in vista di un possibile sviluppo clinico.

Il progetto di ricerca verrà svolto presso il Diabetes Research Institute del San Raffaele, guidato dal Prof. Piemonti, e prevede la durata di 3 anni. 
Questo progetto sarà cofinanziato con la Fondazione Nadia Valsecchi.  

Abbiamo avuto il piacere, l'onore e la grande emozione di portare la voce delle Associazioni Pazienti al Congresso Nazionale AISP 2023.

Insieme alle Associazioni Amicidalcuoreviolaodv, Associazione Pierluigi Natalucci, My Everest ODV, Associazione "Nastro Viola" - Insieme contro il tumore al pancreas, CodiceViola, Fondazione Nadia Valsecchi abbiamo presentato un documento condiviso, che riassume le azioni che ci vedono impegnati, ognuno a suo modo e con la sua anima ma uniti, nel raggiungimento del medesimo obiettivo e dalla comune motivazione:

la PERSONA al centro!

Ringraziamo AISP - Associazione Italiana per lo Studio del Pancreas per averci dato questa opportunità.

Quando si combatte contro una neoplasia così aggressiva come il tumore al pancreas, bisogna ostinatamente avere speranza, buttare il cuore oltre l'ostacolo. Questa tenacia insieme ad una virtuosa sinergia di forze, ha portato ad un importante risultato: l'acquisto di un ecografo di alta fascia per la sala operatoria dell'Ospedale Infermi di Rimini.
L'ecografo di ultima generazione, è dotato di sonde per la chirurgia open, la laparoscopia e flexibility e per la navigazione robotica. La macchina sarà utilizzata dalle diverse unità operative chirurgiche, medici internisti, anestesisti, radiologi, per la diagnosi e soprattutto per il trattamento delle neoplasie degli organi parenchimatosi (fegato, pancreas, rene, polmoni).
L’ecografo è stato acquistato grazie a generoso contributo di una donatrice privata, operata otto anni fa al pancreas, che è voluta rimanere anonima, alle donazioni modali tra cui quella di Hotel Villa Rosa Riviera Rimini. Oltre la Ricerca Odv ha contribuito donando la somma necessaria per l'acquisto delle sonde ecografiche e ha curato le pratiche amministrative per arrivare all'acquisto ed alla donazione del performante strumento.
Attraverso le parole di Francesca Gabellini, Presidente della nostra Associazione Oltre la Ricerca Odv, nella cerimonia di inaugurazione svolta il 7 luglio all'Ospedale Infermi di Rimini, è stata sottolineata la volontà di tutti i donatori, di fornire una tecnologia avanzata che possa rappresentare un plus nel trattamento dei pazienti e che renda concreto quel principio che vuole la qualità di cura vicina alla prossimità di cura.
L’apparecchiatura donata racchiude il concetto di multidisciplinarietà e dono condiviso ed è il simbolo del lavoro “comune” per arrivare all’obiettivo della miglior cura del paziente.
Dopo un commovente intervento di una paziente affetta da patologia tumorale che ha voluto lasciare una testimonianza della sua personale esperienza positiva, è intervenuto il Dott. Luigi Veneroni per un ringraziamento alla donatrice anonima, che con il suo gesto filantropico consentirà ad altri pazienti di usufruire di una strumentazione davvero all’avanguardia.
Alla cerimonia, molto partecipata, sono intervenuti, oltre al Direttore del distretto Socio sanitario Mirco Tamagnini e a Francesca Raggi, direttrice dell’ospedale, Cristina Fabbri, Direttrice infermieristica e tecnica, Elisabetta Montesi Direttrice Fundraising e molti direttori e professionisti ospedalieri dei dipartimenti e delle Unità operative del nosocomio riminese, trasversalmente interessate dall’utilizzo dell’ecografo. Erano presenti tra gli altri, Vincenzo Domenichelli, Enrico Cavagna, Emiliano Gamberini, Luca Garulli.
L’Assessore Kristian Gianfreda ha ringraziato per questo esempio di società civile che costituisce una delle parti migliori della città e il Vescovo di Rimini Monsignor Nicolò Anselmi ha concluso l'evento con una benedizione.
L'ecografo diventa il simbolo del LAVORO COMUNE che ha come fine principale quello di offrire le migliori cure a chi si trova ad affrontare l'impegnativo percorso della malattia.
Insieme si può!

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